Siamo tornati più volte a parlare di laser sul nostro blog, ma spesso riferendoci al laser ad anidride carbonica. In questa nuova guida vogliamo invece affrontare il tema del laser KTP, che funziona secondo un principio diverso ma sfrutta fondamentalmente gli stessi fenomeni scientifici. Viene impiegato soprattutto per la cura di angiomi rubino, ma anche di vari altri inestetismi.
Come funziona il laser KTP
Come forse saprai, i macchinari che utilizzano la tecnologia laser in medicina estetica si basano sul principio della fototermolisi selettiva. Può sembrare molto complicato, ma in realtà non è così: questo termine ci dice soltanto che la luce emessa dal laser è in grado di bersagliare alcune cellule del nostro corpo in maniera selettiva. Questo avviene perché la luce del laser interagisce con le cellule di un certo colore: quelle di un angioma rubino, ad esempio, sono tipicamente rosse. Impostando il laser adeguatamente, il fascio di luce colpirà le cellule nello spettro di colori selezionato.
L’impatto della luce con i tessuti provoca il loro riscaldamento, in quando il fascio laser trasporta energia che viene rilasciata sotto forma di calore. Questo calore abrade le cellule, provocando tre effetti:
La distruzione meccaniche delle cellule indesiderate, come possono essere appunto quelle di un angioma;
La ricostruzione naturale del tessuto stesso, che sarà composto di nuove cellule epiteliali sane;
La risposta biologica del corpo, che produrrà nuovo collagene e nuova elastina in risposta all’abrasione.
Se conosci già il laser a CO2, noterai che di fatto il principio di funzionamento è lo stesso. Anziché l’anidride carbonica, tuttavia, il laser KTP utilizza dei cristalli di potassio titanil-fosfato, modificando leggermente la composizione fisica del fascio che bersaglia le cellule.
Il laser KTP in medicina estetica
Il laser KTP è uno strumento utile per trovare soluzioni a problemi comuni in medicina estetica. Ne abbiamo già citati alcuni, ma vogliamo ricordare anche altri inestetismi che può curare:
- Lentigo solari
- Cheratosi seborroiche
- Rosacea
- Segni dell’acne
- Teleangectasie
- Dermatosi
Non tutte le volte è tuttavia possibile utilizzare questo strumento. Il medico estetico deve valutare il singolo caso in base al tipo di pelle; se la valutazione iniziale viene fatta da un professionista competente, tuttavia, dopo pochi giorni da una seduta non si mostrerà alcun segno indesiderato del trattamento. Il numero di sedute e l’intervallo tra l’una e l’altra, ancora una volta, è soggettivo e deve essere valutato dal medico durante la prima seduta conoscitiva. Lo studio Papini, ad esempio, offre a tutti i suoi pazienti una prima visita gratuita in studio proprio per compiere le dovute valutazioni.
Sedute e Post-Trattamento
Le sedute sono solitamente molto brevi, avendo una durata inferiore all’ora che fa rientrare questo trattamento nella categoria dei lunchtime treatments. Al termine della seduta la zona interessata è molto delicata, per cui nei giorni seguenti va tenuta lontana dalle fonti di luce naturale; nel caso fosse necessario esporla, è raccomandato applicare una protezione solare 50+. Nei giorni seguenti il rossore e la sensibilità diminuiranno, finché dopo circa 7 giorni la zona si stabilizzerà definitivamente.
Prima di procedere con la seduta successiva è importante che trascorra il giusto tempo affinché il tessuto si sia ricostituito, dunque il medico solitamente segue il paziente durante la fase di recupero. Al termine del ciclo, poi, i risultati sono evidenti: come il “cugino” ad anidride carbonica, il laser KTP è diventato molto richiesto proprio per la differenza visibile tra prima e dopo il trattamento.