Le linee di Langer sono una rappresentazione grafica della tensione della cute. Queste indicano, dunque, in quale direzione la naturale anatomia del nostro corpo “tiri” la pelle in ogni punto, il che può essere molto utile in medicina estetica.
Anche se siamo talmente abituati alla tensione della nostra cute che non la percepiamo, inconsciamente sapremmo rappresentarla con una buona approssimazione. Una persona senza alcuna esperienza, ad esempio, tende a massaggiare la schiena del partner seguendo le linee di Langer, il che ha un effetto rilassante.
La scoperta delle linee di Langer
Il medico austriaco Karl Langer scoprì le omonime linee alla fine dell’800. La distribuzione delle ossa, dei tessuti connettivi e dei muscoli, secondo la sua intuizione, doveva necessariamente provocare una tensione superficiale della cute che, per via della conformazione stessa del corpo, in ogni punto ha una direzione specifica.
Dall’ipotesi alla prova empirica il passo fu breve. Langer decise di testare la sua idea utilizzando un apparecchio in grado di applicare tagli perfettamente circolari sulla cute. Notò, osservando le micro-incisioni praticate con il suo strumento, che esse non rimanevano mai circolari; in alcuni minuti assumevano una forma ellissoidale, deformandosi lungo l’asse su cui agiva la forza di tensione della cute.
L’impiego in medicina estetica
Perché il medico estetico è tenuto a conoscere ed utilizzare le linee di Langer? Il motivo è racchiuso nella necessità di far recuperare al meglio il paziente dopo un’incisione. Nello studio di medicina estetica Papini di Torino vi è anche un chirurgo plastico , ed ecco perché abbiamo deciso di spiegare sul blog in che modo le linee di Langer possano essere sfruttate per una minore visibilità delle incisioni praticate.
Schematizziamo una ferita come una camicia, ed i bottoni della camicia saranno i punti di sutura. Tutti sappiamo bene che, tirando la camicia nella direzione perpendicolare alla sua apertura, rischiamo di tirare eccessivamente i bottoni, facendoli staccare. Lo stesso avviene se la tensione della pelle agisce tirando i due lembi di una ferita, che avrà decisamente più difficoltà a rimarginarsi e che rimarrà più visibile dopo la rimozione dei punti. Quando la forza viene applicata in direzione parallela ai bottoni, invece, questi non vengono sottoposti a sforzo; nella nostra similitudine, questo equivale ad una ferita che non viene sollecitata dalla forza della tensione della pelle.
Quando è possibile, dunque, il medico andrà a praticare l’incisione al paziente in modo parallelo alle linee di Langer, favorendo il recupero e l’aspetto estetico del risultato. Le fibre di collagene, inoltre, sono naturalmente orientate in direzione delle linee di Langer. Per questo motivo, quando l’incisione viene praticata in direzione parallela alle linee di Langer, anche il rischio di formazione di cheloidi è decisamente inferiore.