L’epilazione laser è uno dei trend di maggior rilievo della medicina estetica. Le nuove tecnologie, come il laser a diodi e quello ad alessandrite, hanno reso sempre più efficace questo trattamento per la rimozione permanente dei peli. Noi donne, fin da ragazze, sappiamo quanto possa essere fastidioso (oltre che doloroso) dover programmare la ceretta ad intervalli regolari; nel tempo questa finisce anche per rappresentare un costo notevole.
Grazie al laser, molte donne hanno già risolto il problema della ceretta. Chi volesse sottoporsi al trattamento ma non lo ha ancora fatto, tuttavia, potrebbe esprimere dubbi sulla sua affidabilità e sul funzionamento; è normale preoccuparsi degli eventuali effetti collaterali quando si ipotizza di lasciare che un laser agisca sul nostro corpo, per cui questa settimana abbiamo deciso di dedicare l’appuntamento del nostro blog alla spiegazione di come questo strumento agisca sulle cellule dei pazienti. Il nostro studio di medicina estetica offre questo trattamento a Torino, utilizzando il laser a diodi.
Perché viene utilizzato il laser
Prima che i laser diventassero così popolari in medicina estetica, nell’immaginario comune erano associati a giochi per bambini o ai film di fantascienza. Proprio per questo è lecito domandarsi come mai questa tecnologia venga utilizzata per l’epilazione.
Un laser è un fascio di luce che ha due fondamentali caratteristiche:
- Una lunghezza d’onda precisa
- Onde collimate e sincrone
Si potrebbero distinguere ulteriormente i laser sulla base di altri criteri, ma per gli scopi di questa guida è sufficiente rappresentare il laser come un fascio di luce dalla lunghezza d’onda e quantità di energia note. Questo fascio di luce andrà a bersagliare oggetti diversi, a seconda della lunghezza d’onda con cui viene impostato; quando le onde elettromagnetiche (ricordiamo che la luce è sempre composta di una componente elettromagnetica) incontrano un oggetto idoneo alla loro lunghezza d’onda (bersaglio o target), trasferiscono ad esso la propria energia in forma di calore.
Fototermolisi selettiva, la chiave dell’epilazione con laser a diodi
Ora che abbiamo chiarito lo schema di base del funzionamento di un laser, possiamo concentrarci meglio sull’epilazione con laser a diodi. Questo strumento risulta così efficace nello svolgimento del suo compito perché i semiconduttori utilizzati per la realizzazione gli permettono di emettere luce con una lunghezza d’onda compresa tra i 700 ed i 1.000 nanometri.
La lunghezza d’onda del fascio che deve essere impiegata per l’epilazione è di circa 800 nanometri.
Operando con questo preciso spettro d’emissione, il laser riesce a bersagliare esattamente le cellule dei bulbi piliferi trasferendo loro la propria energia; questa, come spiegavamo in precedenza, viene trasferita in forma di calore. Il calore distrugge le cellule-bersaglio con estrema precisione, senza provocare alcun tipo di danno ai tessuti circostanti. Questo principio è noto come fototermolisi selettiva.
Poiché il laser è un semplice fascio di luce con energia concentrata, la sua azione non provoca danni agli organi o all’organismo in generale; una delle preoccupazioni più comuni dei pazienti, forse legata ad una disinformazione veicolata dal web, è che il laser a diodo possa in qualche modo provocare insorgenze tumorali o problemi cardiovascolari.
La comunità medica non ha mai riscontrato correlazioni di questo genere. Invitiamo sempre tutti, anche per questo, a richiedere un consulto con il medico quando si hanno da dirimere delle perplessità.